Mastopessi

La mastopessi è l’intervento chirurgico che contribuisce a ridare forma e posizione più naturali ad un seno eccessivamente cadente. Con il passare degli anni alcuni fattori quali gravidanze, allattamenti, forza di gravità contribuiscono alla ptosi della mammella che, anche a causa dell’ invecchiamento cutaneo e della conseguente perdita di elasticità della cute, perde la sua forma, la sua consistenza  diventando cadente.

Quando il seno è comunque piccolo e appare svuotato, come dopo una gravidanza, la mastopessi viene spesso associata a una mastoplastica additiva.

Le candidate migliori all’intervento di mastopessi sono le pazienti con aspettative realistiche e che hanno un seno di dimensioni non eccessive in quanto le cicatrici residue potranno essere di dimensioni minori. Dato che l’intervento viene richiesto spesso dopo una gravidanza è bene sapere dalla paziente stessa  se ha intenzione di avere ancora delle gravidanze, perché in quel caso sarà preferibile posporre l’intervento chirurgico. Infatti tutte le modificazioni della ghiandola durante gravidanza e allattamento potrebbero compromettere il risultato ottenuto.

Anestesia

L’intervento di mastopessi viene eseguito in anestesia generale. Raramente possono essere impiegate tecniche con cicatrici ridotte sotto anestesia locale e sedazione.

Tecnica

L’intervento di mastopessi è molto simile a quello di riduzione mammaria e può richiedere da 2 a 4 ore a seconda della grandezza del seno e della eventuale mastoplastica additiva contestuale. Le incisioni variano, a seconda dei casi e delle tecniche, da semplice periareolare a periareolare più verticale sino alla “T” invertita. In alcuni casi vengono posizionati dei piccoli drenaggi, obbligatori in presenza di protesi, che saranno rimossi pochi giorni dopo l’intervento.

Alcune pazienti con un seno di piccole dimensione e quindi con una ptosi modesta, possono essere sottoposte a procedure chirurgiche che lasciano cicatrici ridotte. La più comune è definita periareolare e prevede la rimozione della cute in eccesso ed il riposizionamento in alto del complesso areola-capezzolo mediante la sola cicatrice peri-areolare. La protesi mammaria verrà quindi inserita attraverso lo stesso accesso necessario alla correzione della ptosi.

Tutte le metodiche prevedono alla fine un bendaggio compressivo che viene mantenuto per una settimana circa.

Degenza

La degenza dopo un intervento di mastopessi è di una notte.

Post-operatorio

Dopo l’intervento può manifestarsi un gonfiore diffuso che tende a scomparire nelle settimane successive. Il dolore è molto modesto e ben controllabile con farmaci antidolorifici ed antiinfiammatori. Dopo le prime medicazioni postoperatorie la paziente indosserà un reggiseno compressivo specifico per almeno 4 settimane. I punti di sutura vengono rimossi dalla settima giornata in poi, ad eccezione delle suture intradermiche eseguite con fili riassorbibili. All’inizio può verificarsi una ridotta sensibilità del complesso areola-capezzolo ed anche di un lato rispetto a quello contro laterale, evenienza del tutto normale. Tale riduzione di sensibilità si risolve spontaneamente dopo diversi mesi. In alcuni rari casi può richiedere anche un anno o eccezionalmente essere definitiva. Il ritorno alla quotidianità è in base all’entità dell’intervento subito, alle condizioni fisiche in cui si è affrontato l’intervento chirurgico ed alle singole capacità reattive. Di prassi è consigliabile attendere almeno una settimana prima della ripresa graduale dell’attività e di evitare per almeno un mese quella sportiva

Complicanze

Tra le complicanze generiche si potranno avere sieromi, ematomi o infezioni. Tra quelle puù specifiche invece la riduzione o perdita di sensibilità del complesso areola-capezzolo, per quanto assai rare. Anche la mastopessi, a seconda del grado di ptosi mammaria e quindi della tecnica utilizzata, lascia delle cicatrici permanenti ed evidenti, che vengono comunque facilmente nascoste in un reggiseno o in un costume da bagno. Può a volte verificarsi una non omogeneità di dei due complessi areola-capezzolo. Cicatrici di cattiva qualità possono essere abbastanza comuni nelle pazienti forti fumatrici.

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